Racconti dello spazio e del tempo by H.G. Wells

Racconti dello spazio e del tempo by H.G. Wells

autore:H.G. Wells [Wells, H.G.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Grenelle
pubblicato: 2017-04-14T22:00:00+00:00


II. La campagna abbandonata

Il mondo, dicono, cambiò di più fra l’anno 1800 e l’anno 1900 di quanto avesse fatto nei precedenti cinquecento anni. Quel secolo, il diciannovesimo secolo, fu l’alba di una nuova epoca nella storia del genere umano – l’epoca delle grandi città, la fine del vecchio ordine della vita di campagna. All’inizio del diciannovesimo secolo la maggioranza delle persone viveva ancora in campagna, secondo il modo di vivere che aveva mantenuto per innumerevoli generazioni. In tutto il mondo la gente risiedeva in piccole città e villaggi allora, ed era occupata o direttamente in agricoltura, o in attività che servivano all’agricoltura. Viaggiava di rado, e abitava vicino al proprio lavoro, perché non c’erano ancora mezzi di comunicazione veloci. I pochi che viaggiavano andavano o a piedi, o in lente navi a vela, o per mezzo di cavalli da trotto incapaci di percorrere più di cento chilometri al giorno. Pensate!… Cento chilometri al giorno. Qua e là, in quei tempi pigri, una città diventava un po’ più grande di quelle vicine, come porto o come centro di governo; ma tutte le città del mondo con più di centomila abitanti si contavano sulle dita di una mano. Così era all’inizio del diciannovesimo secolo. Verso la fine, l’invenzione della ferrovia, del telegrafo, dei piroscafi, e di complessi macchinari agricoli, aveva cambiato tutte queste cose: le aveva cambiate oltre ogni speranza di tornare indietro. I grandi negozi, i vari divertimenti, le innumerevoli comodità delle città più grandi furono di colpo possibili, e non appena esistettero entrarono in concorrenza con le risorse familiari dei centri rurali. Gli uomini vennero attratti nelle città da una forza travolgente. La richiesta di manodopera calò con l’incremento delle macchine, i mercati locali furono completamente rimpiazzati, e ci fu una rapida crescita dei centri più grandi a spese dell’aperta campagna.

Il flusso di popolazione verso la città fu la preoccupazione costante degli scrittori vittoriani. In Gran Bretagna e nel New England, in India e in Cina, veniva sottolineata la medesima cosa: ovunque poche città gonfiate stavano visibilmente sostituendo l’antico ordine. Che questo fosse un risultato inevitabile del miglioramento dei mezzi di viaggio e di trasporto; che, dati dei mezzi di transito veloci, queste cose dovessero verificarsi, fu compreso da pochi; e furono concepiti i piani più puerili per superare il misterioso magnetismo dei centri urbani, e tenere la gente nelle terre.

Tuttavia gli sviluppi del diciannovesimo secolo furono solo l’alba del nuovo ordine. Le prime grandi città della nuova epoca erano terribilmente svantaggiose, oscurate da nebbie fumose, insalubri e rumorose; ma la scoperta di nuovi metodi di costruzione, di nuovi metodi di riscaldamento, cambiò tutto questo. Fra il 1900 e il 2000 la marcia del cambiamento fu ancora più rapida; e fra il 2000 e il 2100 i progressi continuamente accelerati delle invenzioni umane fecero sembrare alla fine il regno della Regina Vittoria la Magnanima una visione quasi incredibile di giorni idillicamente tranquilli.

L’introduzione delle ferrovie fu solo il primo passo nello sviluppo di quei mezzi di locomozione che finalmente rivoluzionarono la vita umana.



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